Chief Remote Work Officer: figura ormai indispensabile

Negli Stati Uniti, già abituati al lavoro al “remote working“ già da ben prima della pandemia, conoscono bene la figura del Chief Remote Work Officer (CRWO). Da noi è una di quelle professioni emergenti che stanno prendendo piede a seguito delle nuove abitudini lavorative instaurate dalla pandemia.
Ma cosa fa il Chief Remote Work Officer? E perché la tua azienda dovrebbe avere bisogno di questa figura C-level?
Il lavoro da remoto come nuova modalità.
Con la pandemia e i vari lockdown ormai la maggior parte dei lavoratori ritengono che sia la migliore soluzione per bilanciare in modo ottimale la loro vita privata con quella professionale. Ma il principale problema resta quello della valutazione della produttività del dipendente senza poter applicare le vecchie metriche e metodologie. Ecco perché diventa necessaria una figura trasversale che sappia gestire un team da remoto e che faccia in modo che le azioni dei vari settori non si disperdano. Tutto senza essere in uno stesso luogo fisico.
Il “Remote Working” per la diversità e l’inclusione.
Avere una forza lavoro “diffusa” che gestisce i vari task senza dover essere necessariamente in azienda, consente al lavoratore di trovare il suo spazio e i suoi tempi in modo più “umanamente sostenibile”, mentre per l’azienda significa poter allargare significativamente la forza lavoro qualificata, senza dover sopportare costi di trasferte o trasferimenti.
Ma tutto questo deve essere gestito da una figura che conosce, oltre che le dinamiche interpersonali e culturali, anche le dinamiche della comunicazione online.
Lavorare da casa col proprio PC è sempre la soluzione più sicura?
È notizia di questi giorni che il maggiore impatto del “remote working” sono stati gli attacchi informatici alle reti aziendali. Lavorare da casa, con il proprio pc e magari collegandosi con una rete poco performante, infatti, apre delle autostrade per gli hacker. Una figura come il Chief Remote Working Officer serve anche a garantire un’uniformità di mezzi (sicuri) per tutti i dipendenti che si trovano a lavorare da casa. Abbattendo così, drasticamente, tutti i rischi di cyberattack.
E se la mia “workforce” è una “salesforce”?
Il reparto vendite, abituato ad interagire personalmente con i clienti, potrebbe essere quello che più è stato penalizzato dalle norme di distanziamento e dai vari lockdown. Avere in azienda una figura come il Chief Remote Work Officer può aiutare anche la forza vendite a gestire delle videoconferenze con i clienti o a strategizzare una formazione che porti all’acquisizione delle nuove competenze di “public speaking” che diventano indispensabili nella conversazione online.
Che competenze deve avere un Chief Remote Work Officer?
Essendo una figura nuova in azienda, non è facile tracciare l’identikit del perfetto CRWO: non esistono corsi di laurea dedicati, né specifiche definite e indispensabili per questa nuova figura manageriale. Il recruiter dovrà, quindi, dare fondo alla sua abilità nel trovare la figura giusta per la giusta azienda. Si tratta infatti di trovare una figura con competenze trasversali che variano da azienda ad azienda e si devono integrare con le procedure finora attuate in presenza.
Possiamo comunque presumere che il candidato ideale possa essere una figura già presente in azienda, e che possieda buone doti di relazione e una notevole conoscenza del processo produttivo aziendale oltre che conoscere buona parte delle opportunità che il web ci offre per gestire il lavoro da remoto in modo efficiente per tutti. E poterlo davvero chiamare “smart working”.
Se credi che potresti essere un buon CRWO, sai relazionarti con le persone in modo proattivo e riesci facilmente ad adattare al digitale i processi finora svolti in presenza, mantenendo la stessa efficacia e sostenibilità, contattaci e troveremo insieme a te il tuo percorso professionale ideale.