Il nuovo modello di lavoro ibrido: gestirlo al meglio
Le nuove abitudini che abbiamo acquisito durante questa pandemia, stanno spingendo sempre più aziende ad acquisire un modello di lavoro ibrido. Il dipendente opera per obiettivi e suddividendo il suo tempo lavoro tra casa, da remoto, e in ufficio.
Ma come si riesce a gestire un modello simile, mantenendo produttività ed efficienza?
Dipendenti produttivi e soddisfatti.
Il 40% dei lavoratori, secondo il rapporto “Future of Work” di Accenture, ritiene di poter essere soddisfatto e produttivo svolgendo il suo lavoro sia da remoto che in ufficio, secondo un modello ibrido.
Non si tratta di una questione generazionale, però. La Generazione Z (nati tra il 1997 e il 2010), infatti, preferisce stare in ufficio insieme ai colleghi, mentre la Generazione X (nati tra 1960 e il 1980) preferisce poter scegliere il luogo in cui lavorare con maggiore flessibilità. Differenze dovute principalmente alle diverse esigenze personali e familiari.
Ma in entrambi i casi,assecondare le esigenze del lavoratore porta a dipendenti soddisfatti e maggiormente produttivi. Infatti, sentirsi compresi e assecondati, abbassa notevolmente lo stress del lavoratore.
Risorse tecnologiche adeguate.
Un fattore da non sottovalutare, però, quando si prende in considerazione la flessibilità del luogo di lavoro, è sicuramente quello di avere sempre a disposizione le risorse tecnologiche che consentano di essere adeguatamente operativi anche fuori dall’ufficio. Non ci si può permettere di interrompere una riunione da remoto solo perché la connessione di casa non è stabile!
L’azienda dovrà, quindi, mettere a disposizione dei dipendenti che preferiscono alternare il lavoro in ufficio a quello da remoto, secondo un modello ibrido, tutte le risorse digitali adeguate affinché possa portare a termine i suoi compiti da qualsiasi luogo. Il dipendente, però, per canto suo, dovrà poter garantire all’azienda un adeguato accesso alle risorse.
Una leadership che sappia gestire il lavoro ibrido.
Fatte salve tutte le questioni organizzative e tecnologiche, l’azienda dovrà anche avere una leadership moderna, che sappia essere di supporto al lavoratore e che non ne valuti la produttività a secondo del numero di ore lavorate, ma a secondo degli obiettivi raggiunti. Indipendentemente dal tempo trascorso in ufficio.
La pandemia ha semplicemente accelerato un processo di evoluzione verso un concetto di leader che sia una guida e un supporto, abbandonando la vecchia figura del datore di lavoro che pretendeva di esercitare il controllo diretto sull’operato dei suoi dipendenti. Una leadership che sappia accompagnare il dipendente verso una sempre maggiore autonomia operativa e responsabilità nei confronti dell’azienda, in modo da adattare i ritmi lavorativi ai suoi ritmi personali, generando benessere.
I dati ci dicono, infatti, che il 63% delle organizzazioni che hanno già messo in atto modelli “productive anywhere”, offrendo ai propri dipendenti la possibilità di lavorare in modo ibrido da remoto o in ufficio, ha registrato una crescita elevata del fatturato mentre la stragrande maggioranza (il 69%) con crescita negativa o inesistente è ancora incentrata sul luogo fisico.
Per il futuro vediamo un mondo del lavoro sempre più disegnato intorno alle persone e meno alle aziende, in modo che i dipendenti si sentano sempre più responsabilizzati, ma anche rispettati. Così saranno sempre più motivati ad essere produttivi, perché quello che ne avranno in cambio sarà un tempo di migliore qualità, sia nella vita privata che in quella lavorativa.