Leadership e relazioni: cambiare per rimanere se stessi

La storia delle nostre aziende ci ha abituato a leader tutti d’un pezzo, capaci di selezionare team uniformi e simili alla loro visione del business.

Oggi questo non è più sufficiente: serve un leader in grado di amalgamare professionalità e personalità diverse e creare relazioni in modo spontaneo e sincero.

Cambiare non significa snaturare se stessi.

Se adottiamo uno stile di leadership che cerca di relazionarsi con ciascuno dei sottoposti in modo da andare incontro al loro “stile relazionale” non significa che saremo meno spontanei e meno noi stessi. Significa semplicemente che sapremo adattare la nostra comunicazione in modo da far loro pervenire il messaggio in modo chiaro e facilmente comprensibile dal loro modo di intendere e ragionare (sì, perché non siamo tutti uguali nel capire le cose!)

Si tratta del principio che sta alla base della comunicazione persuasiva. Ma attenzione: persuasiva non significa manipolatoria. La persuasione fa leva sulle relazioni e sulla capacità di intendersi, di sincronizzare il ragionamento, mentre la manipolazione ha risvolti etici più profondi che hanno a che fare con l’obiettivo di trarne un beneficio personale.

Ad esempio, persuadere il capo di essere migliore dei colleghi per ottenere un aumento è manipolazione, far capire al capo che in una certa operazione è sottostante un rischio per l’azienda che solo noi vediamo è persuasione.

Praticare la persuasione per migliorare le relazioni all'interno del team.

Familiarizzare con le tecniche di comunicazione persuasiva, quindi, non va interpretato come un tentativo di manipolare gli altri, quanto di adattarsi a uno stile comunicativo preciso ed essere più chiari e spontanei, evitando incomprensioni, ambiguità e conflitti.

Il leader, quindi, non avrà più bisogno di selezionare le persone più simili a sé, ma saprà gestire e far funzionare anche un team dove convivranno personalità e capacità differenti e complementari. Migliorando, così, anche la qualità delle decisioni e delle idee.

Adattarsi rimanendo sempre se stessi.

Ora la questione è: come facciamo ad adattarci agli stili comunicativi dei vari membri del nostro team senza cambiare intimamente?

La risposta è semplice e dipende soprattutto dal fatto che noi siamo quello che siamo perché ci relazioniamo con gli altri. Non possiamo, quindi, pretendere di rimanere sulle nostre posizioni senza confrontarci: saremmo comunque “meno noi stessi”.

Trattare tutti allo stesso modo, in quest’ottica, non significa più essere equi, ma, al contrario, discriminare maggiormente chi non è come noi.

Se anche tu vuoi ampliare il tuo team in un’ottica di relazioni e capacità differenti, contattaci!