Rivalutare il capitale umano dell'azienda: reskilling

La quotidianità sta cambiando velocemente, a causa della pandemia che ha accelerato alcuni cambiamenti. Ciò comporta che molte attività che eravamo abituati a svolgere in un certo modo, utilizzando certe competenze, ora richiedano nuovi processi e nuove capacità. Inoltre, il blocco prolungato dei licenziamenti, ha messo molte aziende di fronte a una nuova sfida: anziché cercare un nuovo collaboratore con nuove competenze, bisogna cercare di rivalutare il capitale umano già presente in azienda.

Reskilling: la formazione dall’azienda per l’azienda.

Secondo alcune statistiche sull'andamento dell'HR in Italia nel 2020 i Responsabili delle Risorse Umane di quasi il 50% delle aziende italiane, hanno rivalutato i parametri su cui basare la produttività, mettendo al centro delle loro valutazioni soprattutto il benessere del dipendente, oltre che la sostenibilità dell’impatto aziendale.

In quest’ottica diventa fondamentale “mappare” le varie competenze presenti in azienda e capire come riuscire a riorganizzare al meglio grazie alla formazione. Questo il fenomeno del reskilling che ci sta accompagnando nella nuova normalità.

Migliorare le competenze per una trasformazione al passo coi tempi.

L’emergenza Covid ha enfatizzato la necessità di creare, all’interno dell’azienda, lo skill-set ottimale per affrontare le sfide della trasformazione, che si è rivelata essere più rapida e incerta di quello che si pensava prima dell’esplosione della pandemia. Invece di “acquistare“ le competenze necessarie, assumendo nuovo personale, i responsabili HR hanno pensato di fare un’analisi attenta delle skill già presenti in azienda per partire da quelle e aggiornarle laddove fosse necessario, sarebbe stata la soluzione più rapida per far fronte al cambiamento. Nascono così le skill-based-strategies: strategie di sviluppo basate prima di tutto sulla conoscenza dettagliata delle risorse interne e sulla valorizzazione del capitale umano grazie al reskilling.

Un nuovo modo di dare valore alla produttività del dipendente.

Con questo approccio innovativo di rigenerazione delle competenze, anche la stima del valore del dipendente viene vista sotto una nuova ottica. Si comincia a dare un’importanza economica al miglioramento delle proprie competenze o a farlo corrispondere ad un avanzamento di carriera. Così, ogni lavoratore è stimolato ad intensificare la propria formazione secondo i programmi previsti dall’azienda, in un rapporto win-win. Le aziende che legheranno la carriera o il compenso al reskilling dei propri dipendenti renderanno più democratica la formazione e innescheranno un circolo virtuoso che porterà velocemente alla trasformazione del business per rimanere al passo coi tempi.

Quali sono le competenze di cui le aziende hanno più bisogno?

Il 2020 ha messo in evidenza un generalizzato deficit digitale: il lavoro da remoto, prima di essere considerato davvero smart e agile, ha bisogno di competenze legate al nuovo modo di gestire il lavoro. Quindi si è evidenziata una grande richiesta di abilità legate al digitale, alla capacità di interagire da remoto, ma anche a tutte quelle skill strettamente connesse ad una leadership sempre più empatica, votata ad accompagnare più che a comandare. Fondamentali anche la capacità di gestire al meglio il proprio tempo in un ambiente, come quello domestico, multitasking e non pensato solo per svolgere la propria mansione lavorativa.

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