S&you, il mondo del lavoro punta sulle donne
Sembra anacronistico e fuori dal tempo, eppure nel campo del lavoro si parla ancora di gender gap. Un fardello, un retaggio culturale figlio di stereotipi lontani, ma che continua a condizionare il mercato con dati e tendenze che raccontano quanto resti ancora da fare per raggiungere l’auspicata equità.
Un recente studio della Camera dei Deputati ha confermato l’Italia nelle ultime posizioni in Europa nella graduatoria sull’occupazione femminile. Un trend accompagnato dal gap retributivo a discapito delle donne, anche per tipologia di lavoro svolto.
Orizzonti positivi
Un contesto negativo, che tutt’oggi spinge 1 donna su 5 ad uscire dal mercato a seguito della maternità.
Eppure, in questo quadro a tinte fosche ci sono degli squarci d’azzurro - il rosa non è d’obbligo - che premiano gli sforzi, i successi e la resilienza delle lavoratrici.
Se il tasso di femminilizzazione attestato dall’Inps è cresciuto di pochissimo nell’ultimo decennio (41,7% contro il 40,6 del 2010), nel 2022 la percentuale dei quadri e dei dirigenti donne è passata dal 13 al 21 per cento. La strada è ancora lunga, ma se consideriamo solo l’ultimo anno, la presenza femminile di donne manager nel nostro Paese è aumentata di oltre 8 punti percentuali (fonte Manageritalia). Un dato relativo, ma comunque incoraggiante, soprattutto per il settore del terziario, anche se i comparti più aperti alla professionalità di sesso femminile restano Sanità e Istruzione. Anche il settore manifatturiero cresce, ma non supera il 30% di lavoratrici.
Diritti civile e produttività
L’impegno per i diritti delle donne, anche sul fronte dell’impiego, rappresenta un valore aggiunto non solo in termini di immagine, equità e pari dignità, ma anche dal punto di vista produttivo. Non a caso la crescita, seppure timida, del ruolo delle donne nel mondo dell’impresa e dell’economia si colloca proprio in un contesto socio economico condizionato dalla pandemia e acuito dai conflitti internazionali.
In questo clima di incertezza e di contrazione dei mercati, il ruolo delle donne risulta salvifico anche nella logica delle aziende. Lo dice la storia, dalla rivoluzione industriale alla grande recessione americana, dal Dopoguerra italiano all’aumento delle studentesse che si formano nelle materie Stem, fino ai successi delle donne alla guida di un’azienda.
Nei cda delle società quotate le donne oggi coprono il 43% degli incarichi, ma senza l’effetto delle quote rosa difficilmente si sarebbe ottenuto questo risultato. Lo confermano il dato esiguo delle donne nelle posizioni apicali. Una discriminazione che poggia su stereotipi e pregiudizi, ma che si sostanzia in uno status quo in cui il retaggio patriarcale fatica a cedere il passo.
La vision di S&you
Per dare una spallata a queste vecchie logiche serve passare ai fatti e farsi carico del cambiamento attraverso politiche concrete. Concrete come i numeri, che raccontano molto di più di tante parole.
I dati relativi all’organigramma di S&you parlano chiaro: su un totale di 59 dipendenti, 49 sono donne. Dei 6 team distribuiti sul territorio nazionale, 5 sono guidati da una donna. Di questi, 3 sono composti da sole donne.
Le quote rosa talvolta non c’entrano. Oggi, per operare nella Ricerca e selezione di professional e middle management servono intuito, problem solving e leadership. Requisiti indispensabili per incrociare i nuovi bisogni delle aziende con le migliori competenze.
L’obiettivo è creare un rapporto di fiducia e continuità con candidati e aziende, nel segno della trasparenza e del dialogo. Perché la consulenza più efficace affonda le sue fondamenta nell’ascolto e nella capacità di interpretare e accogliere le esigenze del cliente, accompagnandolo in un futuro dove sostenibilità, inclusione e welfare sono molto più che semplici opzioni. Valori e attitudini che albergano da sempre nella forza delle donne.